Il prurito è un sintomo che provoca il desiderio di grattarsi; ci sono però diversi motivi per cui una persona inizia ad avvertire questa spiacevole sensazione. Il dermatologo di occupa di questo problema indagando le varie situazioni e o patologie in grado di scatenarlo.
A volte è un sintomo che compare semplicemente per il fatto che la pelle è troppo secca e le sostanze con cui viene in contatto durante la giornata la irritano (i vestiti, il cloro e il calcare dell’acqua, i saponi, il sapone che resta nei vestiti che laviamo, lo smog, polveri ed il nostro stesso sudore); questa situazione è molto frequente nelle persone anziane. Un’altra causa frequente di prurito è la dermatite atopica di cui soffrono soprattutto le persone giovani; in tal caso potrebbero comparire sulla pelle altre manifestazioni cutanee come eczemi e altre caratteristiche tipiche della pelle atopica. Anche le allergie da contatto ad alcune sostanze causano eczema e prurito: in tal caso i sintomi e segni cutanei sono localizzati prevalentemente nei punti di contatto con la sostanza allergizzante. Un’altra dermatite fortemente pruriginosa è l’orticaria. Se il prurito è notturno e compare in più persone in contemporanea all’interno di un nucleo familiare, potrebbe trattarsi di un’infestazione da acari e allora durante l’esame obiettivo il dermatologo potrà evidenziare delle lesioni cutanee caratteristiche, avvalendosi dell’utilizzo del dermatoscopio o facendo un esame microscopico diretto.
Il prurito anogenitale va indagato per escludere malattie infettive, infestazioni, malattie proctologiche, neurodermiti e dermatiti allergiche, ma a volte quando non è presente una causa oranica viene definito essenziale e si indagano allora le abitudini e i comportamenti del paziente; se non si riscontrano atteggiamenti o modalità in grado di indurre il prurito si può anche valutare dal punto di vista psicosomatico.
Anche malattie infettive cutanee come l’impetigine (batterica) e la tinea (micotica) possono prudere molto e a volte il prurito è un sintomo che compare in malattie infettive internistiche come l’epatite.
Un’altra dermatite molto pruriginosa è il lichen che può comparire con lesioni papulose violacee sulla cute e tipiche lesioni biancastre alle mucose.
Altre volte il prurito compare come manifestazione di una malattia internistica, per cui il dermatologo può richiedere degli esami ematochimici specifici ed in rari casi potrebbe richiedere degli esami più approfonditi come un rx al torace e un’ecografia addominale per escludere malattie ematologiche. Infine il prurito, quando non si associa a dermatiti specifiche o a malattie internistiche, può essere un sintomo che ha lo scopo di scaricare delle tensioni emotive che la persona non riesce o non può scaricare in altro modo; lo stress può innescare il processo o peggiorare un sintomo pre esistente ma a volte le emozioni non vengono percepite dalle persone e più le si converte sul corpo, meno si percepisce la tensione psicologica. Quando il grattamento è davvero intenso può avere delle motivazioni inconsce più specifiche come il bisogno di ritrovare i propri limiti corporei ed identitari, sentirsi vivi, espellere parti del sè, o può essere un modo per attaccare le figure genitoriali, perchè il corpo non viene scelto ma ci viene donato e siccome porta sempre le tracce dell’altro tramite la somiglianza, ferirlo può essere un modo per ferire la figura genitoriale con cui si è in conflitto.
Altre volte grattarsi fino a far uscire il sangue è un modo inconscio per evacuare il malessere, cosi come si evacua quando si ha la diarrea o si vomita quando si ha un’indigestione. Solitamente il sintomo cutaneo, cioè la conversione delle tensioni emotive sul corpo, rappresenta il miglior modo di difendersi dall’ansia generata da contenuti inaccettabili per l’Io, per cui se non si superano certi limiti è preferibile curare il male minore, cioè il sintomo, senza analizzare le motivazioni inconsce che lo hanno generato; quando però il disagio diventa intollerabile e se il paziente lo richiede, uno psicoterapeuta potrà analizzarne la causa per cercare modi più adeguati di risolvere la tensione emotiva. Il punto di vista psico neuro endocrino immunologico (PNEI) ha permesso di chiarire alcuni aspetti dei disturbi del sonno evidenziabili nei pazienti che soffrono di prurito; esistono infatti dei meccanismi cellulari, detti clock o bioritmi, per cui certe proteine, sostanze chimiche ed ormoni vengono prodotti in determinati momenti del giorno, favorendo l’insorgenza di situazioni o patologie a determinate ore piuttosto che ad altre: alla sera, quando il prurito solitamente si intensifica, si ha una diminuzione del cortisolo e della sua azione anti-infiammatoria, insieme ad una maggior perdita di acqua attraverso la pelle (TEWL), con conseguente diminuzione della temperatura corporea e questi fattori sembrano essere anche una causa di insonnia; alla sera inoltre i neuroni istaminergici sono solitamente silenti, mentre al mattino si attivano e questo spiega perchè gli antistaminici di prima generazione, quelli che oltrepassano la barriera ematoencefalica, inducono sonno. Inoltre lo stress, stimolando l’attivazione del sistema nervoso autonomo ortosimpatico, induce una vasocostrizione con diminuzione della temperatura periferica, difficoltà all’addormentamento, aumento della TEWL e quindi del prurito.
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